La prevenzione dalla sterilità può essere già messa in opera dalla madre, poiché inizia durante la gravidanza.
Uno stile di vita sano, una nutrizione bilanciata e completa, l’evitare comportamenti dannosi voluttuari (alcool, fumo, droghe) ed il contenimento massimo della tossicità ambientale (lavorativa ed ambientale in senso lato) e farmacologica, sono il primo passo per garantire una fertilità potenzialmente normale al concepito.
Le precauzioni durante la crescita
Nell’infanzia e nella prima adolescenza, oltre all’insegnamento di uno stile di vita sano, dal punto di vista delle abitudini alimentari in particolar modo, è importante che i genitori ed il pediatra effettuino un controllo attento dello sviluppo sia maschile che femminile, che consenta la diagnosi precoce di alcune anomalie genitali modificabili (ad esempio è oggi assodato che la correzione del criptorchidismo, per prevenire la infertilità maschile in età adulta, deve avvenire entro i due anni). L’individuazione delle due patologie genetiche più frequenti (Sindromi di Klinefelter nel maschio e di Turner nella femmina) consente di dare a questi ragazzi uno sviluppo adeguato ed in parte una speranza di fertilità futura.
Passata la pubertà, oltre al controllo del corretto susseguirsi delle fasi di crescita e alla corretta individuazione dei disturbi endocrini specie femminili, nonché del varicocele nel maschio, diventa preponderante il ruolo di una corretta educazione alla sessualità, che è l’unica arma efficace nella prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse, causa rilevante di infertilità maschile e femminile.
In questa epoca giovanile, in cui il bisogno di identificazione con il gruppo porta spesso a comportamenti dannosi alla fertilità, è tanto più importante tornare sui modelli di comportamento più sani portando l’attenzione dei ragazzi sugli effetti dannosi sulla fertilità del fumo, dell’alcool, delle droghe ricreative, ma soprattutto sui danni di una alimentazione sbagliata, che si manifesta oggi con un eccesso nella popolazione di disturbi del peso. Non dimentichiamo che oltre alla obesità, è oggi ancor più pericolosa la tendenza alla ricerca di eccessiva magrezza, che spesso sfocia nell’anoressia. Inoltre, bisogna sensibilizzare i giovani sui possibili danni da utilizzo di anabolizzanti, spesso pericolosamente disponibili negli ambienti sportivi.
Gli aspetti più importanti della prevenzione alla sterilità
L’aspetto più importante nella prevenzione dell’infertilità nella vita adulta, oltre all’adozione di un corretto stile di vita ed alla prevenzione e diagnosi precoce dei disturbi genitali, è oggi la corretta informazione sulla diminuzione che la fertilità femminile, ed anche quella maschile in minor misura, subiscono nel tempo. La “informazione” mediatica, che non distingue le gravidanze spontanee da quelle ottenute con la ovodonazione in donne attempate, trasmette ogni giorno l’errata idea che la fertilità sia virtualmente conservata ad ogni età, ma la realtà è che una donna di 35 anni ha la metà delle possibilità di concepimento di una di trenta, ed una di 38 anni ne ha un quarto. Anche un maschio ultraquarantenne è comunque meno fertile pur se accompagnato ad una donna più giovane. Inoltre, le terapie altamente tecnologiche per la sterilità consentono di porre rimedio a non più della metà dei casi. È chiaro che questa informazione sarà completamente inutile in un paese che non supporti la gravidanza e la creazione della famiglia, garantendo lavoro e sostegno alle giovani donne ed alla famiglia in genere.
Sempre a livello sociale è importante l’impegno al controllo e contenimento della tossicità riproduttiva ambientale e professionale, che può impattare sulla fertilità attuale o potenziale per tutta la durata della vita di un individuo e talvolta è in grado di manifestarsi anche con danni epigenetici trasmessi alla prole.
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