La biopsia della prostata è una procedura medica comunemente utilizzata per identificare eventuali anomalie all’interno della prostata.
È un esame importante che consente di individuare il cancro alla prostata, una delle forme di cancro che colpisce circa il 19% della popolazione maschile. Risulta più comune nei soggetti con età superiore a 50 anni, nei quali in alcuni casi cresce lentamente spesso senza mostrare sintomi gravi.
Se hai bisogno di svolgere a breve una biopsia della prostata, è importante sapere come si svolge.
Scoprirai tutto in questo articolo con il dottor Raimoldi, urologo e andrologo di Legano.
Cos’è la biopsia della prostata?
La biopsia della prostata è una procedura medica che prevede il prelievo di tessuto prostatico che viene poi analizzato in laboratorio.
Viene spesso eseguita quando ci sono sintomi che suggeriscono la presenza di un tumore alla prostata, come l’aumento del PSA (antigene prostatico specifico) o un nodulo palpabile durante l’esame rettale.
A cosa serve la biopsia prostatica?
La biopsia della prostata serve principalmente per diagnosticare eventuali anomalie all’interno della prostata, in particolare il cancro alla prostata.
L’esame è in grado di individuare le cellule anomale all’interno della ghiandola prostatica, che possono poi essere analizzate in laboratorio per determinare se si tratta di cellule cancerose.
Come si svolge la biopsia prostatica?
La biopsia della prostata viene solitamente eseguita ambulatorialmente, sotto guida ecografica.
Il paziente viene sottoposto ad anestesia locale e il medico inserisce inizialmente una sonda ecografica nel retto per visualizzare le immagini della prostata e successivamente un ago attraverso la parete rettale per prelevare piccoli campioni di tessuto dalla prostata, utilizzando gli ultrasuoni come guida.
La procedura può richiedere da 10 a 20 minuti e con un basso rischio di complicazioni.
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