Sebbene i risultati disponibili al momento siano immaturi, stanno emergendo diversi elementi a supporto dell’ipotesi che il virus COVID-19 possa avere effetti negativi anche sulla fertilità.
Ecco emergere un altro dei temi legati a COVID-19 che può essere di grande interesse per i cittadini, occasione per pianificare interventi di sanità pubblica a supporto e protezione di una fascia così importante della comunità: quella delle coppie in età fertile che possono decidere di avere bambini. Vediamo di seguiti alcuni dei primi risultati sul rapporto Covid-19 e possibile infertilità.
Indizi su infertilità per COVID-19
A livello molecolare è opportuno ricordare che gli ACE2 rappresentano uno dei principali recettori che mediano l’ingresso di SARS-CoV-2 nelle cellule umane. Studi hanno osservato che gli ACE2 sono altamente espressi nelle cellule tubulari renali, nelle cellule di Leydig e in quelle dei dotti seminiferi nei testicoli, pertanto il virus potrebbe legarsi direttamente a tali cellule ACE2 positive e danneggiare sia il rene che il tessuto testicolare dei soggetti infettati. In uno studio mirato è stata dimostrata la presenza di SARS-CoV-2 in sei campioni di seme su un totale di 38 uomini, pari al 15.8%, con diagnosi di COVID-19, inclusi quattro che erano agli stadi finali dell’infezione e due guariti, per quanto gli autori non abbiano riportato informazioni sulla qualità dello sperma. D’altra parte, altri due studi che avevano esaminato il seme di pazienti a diverso stadio di infezione e guarigione, non avevano rilevato la presenza di RNA virale.
Solo uno studio retrospettivo di piccole dimensioni ha valutato la presenza di SARS-CoV-2 nella secrezione prostatica in 18 maschi con diagnosi di COVID-19 e in cinque casi sospetti.
Gli studi più recenti
Studi più recenti su 79 articoli su SARS-CoV-2 ha riportato che l’infezione può causare orchite grave con conseguente distruzione delle cellule germinali negli uomini, ed è stata rilevata una diminuzione della concentrazione e della motilità degli spermatozoi per 72-90 giorni dopo l’infezione da COVID-19.
Esiste quindi la possibilità che a seguito dell’infezione da COVID-19 si possa manifestare un danno ai testicoli con conseguente infertilità e che possa avvenire un trasmissione sessuale, poiché SARS-CoV-2 è stato identificato nel seme di pazienti infetti. Tuttavia, i dati disponibili e i risultati, basati su campioni di piccole dimensioni, portano informazioni contrastanti. Pertanto, fino ad ora, non ci sono prove sufficienti per desumere che le coppie asintomatiche debbano evitare i rapporti sessuali per proteggersi dalla trasmissione del virus.
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